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Legge di bilancio 2024: scontro tra maggioranza e opposizioni

legge di bilancio 2024: le critiche delle opposizioni alla manovra del governo Meloni

La Legge di Bilancio 2024 è al vaglio della Commissione bilancio del Senato. Maggioranza e opposizioni hanno tempo fino al 21 di novembre per presentare gli emendamenti. C’è molta tensione sulla manovra espressa dalle opposizioni che promettono battaglia al governo su vari ambiti.

L’obiettivo del governo è quello di chiudere il testo e non riaprirlo a modifiche in Parlamento, cosa che risulterà abbastanza difficile anche perché ci sono anche molti esponenti della maggioranza che spingono per modificare il testo della manovra. La legge è blindata argomento che ha fatto infuriare le opposizioni.

L’unico partito a blindare il testo della Legge di Bilancio 2024, però, è Fratelli d’Italia che sostiene che questa manovra “mantiene saldi i propri pilastri: famiglie, imprese, sanità e pensioni. Metterà, tra gli altri, 10 miliardi per taglio del cuneo fiscale, 3 miliardi su sanità, 1 miliardo per interventi su famiglie. Finisce l’era dei monopattini, banchi a rotelle, superbonus, che ha scassato i conti dello Stato, e reddito di cittadinanza” come ha precisato il capogruppo del partito Foti.

La Legge di Bilancio 2024, basata sulle previsioni della Nadef 2023, è la legge più importante che deve affrontare il governo. La seconda manovra di questa legislatura e del governo Meloni vale 24 miliardi da sommare ai 4 della riforma dell’Irpef.

legge di bilancio: scontro tra maggioranza e opposizioni
argomenti di scontro tra maggioranza e opposizioni

Le critiche delle opposizioni alla legge di bilancio 2024

Le opposizioni hanno promesso battaglia in Parlamento alla legge di bilancio 2024 nonostante il testo sia bloccato e il governo voglia accelerare i tempi per non arrivare a ridosso della fine dell’anno, scadenza per presentare la manovra finanziaria del prossimo anno.

Per la segretaria del Pd Elly Schlein questa legge di bilancio 2024 è “pericolosa e pasticciata”. Intervistata da La Stampa la segretaria del primo partito di opposizione ha criticato aspramente la manovra del governo Meloni dicendo che non contiene nulla su sanità, casa e diritto allo studio. Schlein critica il fatto alcune misure sono solo propaganda, come il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori con redditi più bassi che però dura solo per un anno, per le elezioni Europee. Secondo il Pd il governo “fa cassa sui poveri” e promette battaglia in Parlamento.

I terreni di scontro su cui presenteranno gli emendamenti saranno la sanità, settore in cui sono stati investiti troppi pochi fondi nonostante il vertiginoso aumento delle bollette. Nello specifico, il Pd chiede maggiori risorse alla salute mentale, alla sanità territoriale e ai non autosufficienti.

La battaglia si farà anche sulle pensioni. La riforma delle pensioni non ci sarà nemmeno il 2024 ma arriveranno modifiche che prevederanno una stretta per la pensione anticipata e anche per le donne. Secondo le opposizioni, il governo ha fatto peggio della tanto criticata legge Fornero.

Un altro scontro che si sta svolgendo da tempo è quello sul salario minimo. La maggioranza non ha inserito nella legge il salario minimo proposto dal centrosinistra per fissare a 9 euro l’ora la paga per i lavoratori poveri. La proposta di legge di Pd, M5S, Azione, +Europa e Avs dovrà essere convertita in una delega al governo che mira a valorizzare i contratti collettivi, tiene conto delle differenze territoriali e cerca di contrastare accordi pirata e false cooperative.

legge di bilancio 2024: cosa criticano le opposizioni
le opposizioni criticano la manovra finanziaria del governo

Cosa prevede la legge di bilancio 2024

Tra le varie misure della manovra di quest’anno ci sono molti interventi su cui si è discusso e su cui lo scontro e ancora aperto. Nel dettaglio della legge ci sono punti di maggiore importanza, tra cui la sanità, il taglio del cuneo e le pensioni.

Dei 24 miliardi il governo ha stanziato 3 miliardi per la sanità per l’anno 2024 (cui si sommano le risorse Pnrr e 300 milioni riconosciuti alla Regione Siciliana) e 4,2 miliardi dal 2026. Tra le altre misure previste per la sanità c’è un’indennità per medici e il personale sanitario per la riduzione dei tempi delle liste di attesa. Altri 250 milioni per il 2025 sono stati stanziati per il potenziamento dell’assistenza territoriale e alle nuove assunzioni.

Per quanto riguarda le misure sul lavoro, la legge di bilancio 2024 conferma la detassazione dei premi di produttività al 5% e dei fringe benefit fino a 2mila euro per i lavoratori con figli a carico e fino a 1.000 euro per tutti gli altri. Per le lavoratrici lo sgravio della contribuzione è totale per un anno se hanno due figli fino all’età di 10 anni del più piccolo e permanente per quelle che hanno 3 figli fino ai 18 anni del più piccolo.

A beneficiarne saranno solo circa 800mila mamme: 600mila con due figli e 214mila con tre o più figli, pari all’8,4% delle donne occupate. La maggior parte di queste, inoltre, risiede al Nord ed è di età avanzata.

Il taglio del cuneo fiscale è la misura centrale di questa manovra per dipendenti e under 35. Questo è uno dei temi rivendicati da Meloni ma è anche un terreno di scontro con le opposizioni. Quello che contestano i partiti di opposizioni è che se si supera anche di un solo euro la soglia dei 35.000 euro di reddito per cui è prevista la decontribuzione, se ne perdono ben 1.100. Questo potrebbe di disincentivare l’aumento delle buste paga e il rinnovo dei contratti, previsti dalla legge di bilancio stessa.

Sempre sul tema lavoro, c’è la revisione dell’Irpef che riduce da 4 a 3 le aliquote e limita la detraibilità delle spese non sanitarie sopra i 50.000 euro di reddito. Il beneficio in questo caso è di 75 euro annui per i redditi da lavoro dipendente tra 8.000 e 15.000 euro, mentre tra 15.000 e 28.000 il vantaggio aumenta progressivamente con il reddito fino a un massimo di 260 euro. Oltre i 50.000 euro il beneficio, invece, può azzerarsi per effetto del taglio delle detrazioni per oneri e spese non sanitarie.

Le modifiche sulle pensioni riguardano Quota 103, ovvero pensione a 62 anni d’età e 41 di contributi; Opzione Donna con il requisito anagrafico che sale a 61 anni. Sale anche l’Ape Sociale a 63 anni e 5 mesi.

Stanziati anche fondi per le Regioni e per gli enti locali con la proroga dell’Agenda Sud.

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