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Come ristrutturare il debito della piccola impresa: Strategie finanziarie per una nuova prospettiva

Stretta di mano con dollari sullo sfondo

Per molte PMI e per molti imprenditori, la pandemia è stato un vero e proprio salasso che rappresenta ancora un incubo non perfettamente smaltito, nonostante l’emergenza sia terminata da molti mesi. Molte aziende, soprattutto quelle più piccole, per sopravvivere hanno contratto  debiti elevatissimi che continuano a causare notti insonni a tanti operatori di impresa. Tuttavia, nuove e significative riforme in materia di insolvenza a sostegno delle piccole imprese hanno dato ulteriore speranza anche a queste aziende di potersi tirare fuori dai guai e di tornare a sopravvivere e prosperare.

Dal 2021, negli Usa, è entrato in vigore il processo di ristrutturazione delle piccole imprese che ha sostituito le misure di stimolo COVID-19, che si sono concluse il 31 dicembre 2020. Fornendo una nuova opzione per negoziare con i creditori e offrendo alle imprese l’opportunità di ristrutturare i propri debiti esistenti continuando commerciare.

Come viene effettuata la ristrutturazione del debito

La ristrutturazione del debito delle piccole imprese non è altro che l’accordo dell’azienda debitrice con i creditori, volto ad ottenere il ripianamento dei debiti in maniera più indulgente, prevedendo anche la radicale cancellazione di alcuni tra essi, e far ottenere al debitore nuova liquidità per rifinanziare le proprie obbligazioni, alleggerendo progressivamente il carico dei debiti. 

Quando un’impresa attraversa una fase di crisi, le strade da percorrere sono soltanto due: dichiarare fallimento, o valutare opzioni alternative che consentano all’azienda di sopravvivere, mediante la ristrutturazione del debito che salvaguarderebbe anche il livello occupazionale dell’azienda stessa. 

La legge, all’art 182 bis L.F., ha introdotto questo importante strumento per venire incontro agli imprenditori in difficoltà, e per salvare il patrimonio di un’azienda che attraversa una temporanea fase di crisi. Con la ristrutturazione del debito, sostanzialmente, si raggiunge un accordo tra debitore e creditori (tali da rappresentare almeno il 60% dei debiti) nel quale vengono fissati dei  termini e delle modalità di pagamento delle obbligazioni realistici, che consentano all’imprenditore di onorare il proprio debito in maniera fattibile e senza dover rischiare il tracollo finanziario. 

La finalità ultima di questo accordo è quello di garantire la sopravvivenza della stessa attività. Questi accordi devono essere omologati dal tribunale, ecco perchè per essere raggiunti occorre la presenza di un team di esperti che accertino la veridicità dei dati aziendali e la concreta attuabilità dell’accordo stesso. 

I tipi di accordo

In genere, ci si rivolge ad una società di consulenza aziendale in grado di seguire debitori e creditori in questo percorso che può portare all’uscita dalla situazione di crisi con un patto concreto e attuabile. I tipi di accordo per la ristrutturazione del debito dipendono strettamente dalla effettiva situazione aziendale. Il debitore ha la piena facoltà di proporre ai propri creditori varie modalità di trattamento del loro credito, sia che si trovi al cospetto di creditori ipotecari, che chirografari o erariali.  

Tra le strade che generalmente sono quelle più battute spiccano la dilazione dei pagamenti (senza dover sostenere oneri o interessi), la cessione dei crediti aziendali o le transazioni a saldo e stralcio (che in genere viene applicata dalle banche). In alcuni casi si ricorre anche alla cessione totale o parziale di beni in pagamento al creditore o alla cessione di rami d’azienda. 

Vi sono anche altre soluzioni praticabili che al contempo ripianano i debiti e forniscono nuova liquidità all’imprenditore in crisi. Ad esempio si può optare per la conversione del credito in capitale, mediante il trasferimento al creditore di quote o azioni della società con il conseguente aumento di capitale che sarà pari al valore contabile del debito. 

Debitore e creditore possono anche accordarsi per l’emissione di prestiti obbligazionari convertibili, in cui il creditore si impegna a sottoscrivere quote o azioni della società per un valore pari al debito da estinguere. Insomma, la soluzione per ristrutturare i debiti di un’azienda non è altro che un abito su misura che va cucito in base alla situazione patrimoniale dell’azienda e all’entità del debito da estinguere. 

Le fasi dell’accordo

La procedura dell’accordo di ristrutturazione prevede sostanzialmente quattro fasi. La prima fase è quella dell’accordo ordinario, in cui il debitore deposita la domanda di omologazione di un accordo stipulato con la maggioranza del 60% dei creditori. Successivamente vi è il preaccordo o proposta di accordo con il quale, il debitore fa richiesta al tribunale affinchè gli venga accordato un termine per concludere un accordo con i creditori. In questa fase l’imprenditore dovrà esibire opportune certificazioni che attestino l’esistenza di trattative in corso, presentando inoltre una opportuna relazione che ne dimostra la concreta attuabilità. 

Successivamente avviene il deposito dell’accordo e l’iscrizione. Poi si svolgerà l’udienza per l’omologazione dell’accordo innanzi al tribunale. Sarà compito del giudice quello di passare al vaglio e controllare la formale completezza della documentazione e la verifica della sussistenza dei presupposti per raggiungere un accordo con almeno il 60% del ceto creditorio. Al giudice spetterà anche il compito di sondare il terreno per valutare l’esistenza delle condizioni per l’integrale pagamento dei creditori che non hanno voluto far parte della trattativa relativa alla ristrutturazione del debito o che hanno negato la propria disponibilità a trattare. In presenza di tutte queste circostanze, il giudice ha tutti gli elementi per procedere all’omologa.

I vantaggi della ristrutturazione del debito

Una volta ottenuta la sentenza di omologa del giudice, i pignoramenti a carico del debitore vengono immediatamente sospesi. L’imprenditore può continuare a gestire in piena autonomia la propria azienda e perfino ottenere credito da parte delle banche per superare la crisi e per poter adempiere all’accordo pattuito con i creditori. L’imprenditore si vedrà, fra l’altro, ridurre in maniera consistente l’importo del proprio debito. 

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