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Bonus Tari 2023: scopri le agevolazioni e i criteri per risparmiare sulla tassa sui rifiuti

Pattumiere per raccolta rifiuti

Anche nel 2023 è stato confermato il Bonus Tari, l’agevolazione che riguarda la tassa comunale sui rifiuti che venne introdotta nell’anno 2014 per sostituire la vecchie imposte (come Tares e Tia) e che serve ad aumentare il gettito nelle casse dei Comuni ai fini della gestione della raccolta, del trasporto e dello smaltimento dei rifiuti, oltre a coprire i costi relativi allo spazzamento e al lavaggio delle strade. 

Ogni comune applica la propria tariffa attenendosi ai limiti massimali previsti dalla legge, emanando il proprio regolamento con cui vengono fissate le tariffe per le utenze domestiche e non. Si tratta di una tassa il cui gettito non deve eccedere mai le uscite che i comuni devono sostenere per gestire il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti e quindi deve rispettare il principio del “saldo zero”.  

Le norme generali che tutti i comuni devono seguire nell’ambito della gestione dei rifiuti vengono emanate dall’ARERA (l’Agenzia di Regolazione per Energia e Reti e Ambiente) e servono ad applicare correttamente questo tributo in ogni comune italiano.

TARI 2023, chi la deve pagare

L’imposta sui rifiuti, anche quest’anno, deve essere pagata da tutti coloro che possiedono locali o aree scoperte che producono rifiuti urbani. La Tari 2023, invece, non deve essere pagata per le aree scoperte pertinenziali o accessorie delle abitazioni. Quindi non va pagato per il possesso di terrazze, balconi, cantine, giardini e per tutte le aree condominiali condivise come le scale o gli ascensori. L’imposta è dovuta da tutti coloro che risultano titolari di un diritto reale di godimento su un bene immobile

Se l’immobile viene affittato, l’imposta è a carico del proprietario ma solo nel caso in cui è stato stipulato un contratto di affitto breve (inferiore a 6 mesi). Nel caso di contratto di affitto di lunga durata, sarà il locatario a dover corrispondere la tassa sui rifiuti. La quantificazione dell’imposta è strettamente legata al numero di occupanti dell’immobile. Spetterà al conduttore dell’immobile comunicare tempestivamente agli organi competenti la variazione del numero di occupanti. 

A quanto ammonta la TARI

La quantificazione della Tari è legata al principio in base al quale “chi inquina paga” introdotto dalla comunità europea. Alcuni Comuni quantificano l’imposta sulla base della quantità di rifiuto indifferenziato che viene prodotto. Vengono utilizzati dei cassonetti la cui apertura viene consentita solo mediante l’uso di un badge da passare su un apposito lettore. 

L’entità dell’imposta è commisurata al numero di volte che viene ritirato per lo svuotamento il bidone dell’indifferenziato. Alcuni comuni prevedono l’applicazione di un servizio minimo che non è altro che la soglia minima di prestazioni che verrà addebitata quantificando volume minimo, peso minimo o numero minimo di svuotamenti.

Molti comuni invece fissano l’importo da pagare in base alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie e alla destinazione d’uso dell’immobile. La maggior parte dei comuni fanno una stima dell’importo da versare in base ai metri quadri dell’immobile e al numero dei suoi occupanti. La tariffa fissa si basa esclusivamente sui metri quadri dell’immobile e sul numero degli occupanti, mentre la parta variabile della tassa sui rifiuti dipende dai costi di servizio legati alla quantità di rifiuti prodotti. 

Le esenzioni

I comuni possono stabilire determinate condizioni nelle quali non si paga la TARI. Ad esempio, in alcuni comuni, l’abitazione con un unico occupante non è soggetta all’imposta. Lo stesso vale anche per le abitazioni o locali tenuti a disposizione per uso stagionale o come nel caso delle case vacanza. Le esenzioni Tari sono previste anche per quelle abitazioni occupate da soggetti che vivono all’estero per oltre sei mesi l’anno o per quegli alloggi che sono sprovvisti di contratti di luce, gas e acqua. Anche in caso di eventi straordinari come le calamità naturali, i comuni possono decidere di ridurre dell’80% quanto dovuto.

Bonus Tari

Come avviene anche per gli altri bonus sociali dedicati alle utenze, lo Stato Italiano ha previsto anche per il 2023 un’agevolazione economica che prevede la riduzione della Tari per i nuclei familiari che versano in condizione di disagio economico. Lo sconto sulla Tari riguarda i nuclei familiari con ISEE fino a 8.265 euro e le famiglie numerose con ISEE fino a 20 mila euro. Lo sconto si applica anche alle famiglie che beneficiano del Reddito di Cittadinanza

Ogni comune applica delle regole specifiche per quanto concerne l’applicazione e la gestione del Bonus Tari 2023. Per avere ulteriori informazioni occorre contattare direttamente l’ente comunale che gestisce la Tari. I contribuenti che versano in condizione di difficoltà economica possono anche richiedere una rateizzazione dell’imposta con rate non inferiori a 100 euro. La rateizzazione della Tari 2023 viene anche concessa agli utenti che beneficiano del bonus sociale per disagio economico previsto per luce, gas e acqua. L’agevolazione viene concessa anche quando l’importo da pagare supera del 30% l’importo medio pagato nelle fatture emesse nell’ultimo biennio.

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